‘Se il suolo potesse parlare’. In mostra G. Duplantier, A. Buzzichelli, H. Van Assche
10 febbraio 2023, ore 21:00
La video registrazione della presentazione inaugurale della mostra è disponibile da qui. La mostra è aperta la Domenica dalle 16.00 alle 19.00 ed in occasione degli incontri pubblici. Per maggiori info scriveteci.
Lab27, riapre l’attività espositiva sempre tesa ad approfondire le questioni ambientali e sociali nel contemporaneo, il 10 febbraio alle ore 21.00 con l’inaugurazione di “Se il suolo potesse parlare” con fotografie di Gabrielle Duplantier, Andrea Buzzichelli e Hanne Van Aasche. La mostra prova a capovolgere fin dal titolo la visione antropocentrica imperante nella società, dando voce alla terra, per far fiorire una narrazione diversa, forse terapeutica rispetto ai mali del mondo. Come parabole dalla terraferma che invitano l’osservatore a leggere la propria di storia per similitudine, ricercando un punto di incontro fra immagine e realtà.
© Andrea Buzzichelli dalla serie ‘Inhabitants’
Un capovolgimento di percezione come quello inscenato da Andrea Buzzichelli nel “Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi” attraverso il riciclo dell’immaginario “inconscio” prodotto dalle fototrappole della Guardia Forestale. Egli ci svela il carattere intrusivo dell’occhio umano in un’avvincente visione notturna che parla dell’uomo come un voyeur, un guardone, che confina la natura in riserve e così facendo nega la propria. La serie “Inhabitants” restituisce invece il primato di abitanti ad animali e alberi e questiona la scienza come frontiera infinita che attraverso la tecnica si avvale del diritto di indagare ed esplorare il cosmo con qualsiasi mezzo e fine. Un omaggio al lavoro di George Shiras III, pioniere della fotografia naturalistica.
© Andrea Buzzichelli dalla serie ‘Inhabitants’
© Installazione della series ‘Inhabitants’ di Andrea Buzzichelli
© Installazione della series ‘Inhabitants’ di Andrea Buzzichelli
© Installazione della series ‘Inhabitants’ di Andrea Buzzichelli
© Installazione della series ‘Inhabitants’ di Andrea Buzzichelli
Il lamento della terra ci porta quindi nell’estremo oriente della Siberia, nella regione remota della Yakutia, conosciuta come il tesoro della Russia per la ricchezza di risorse naturali. Secondo un’antica leggenda siberiana, Dio versò un sacco di tesori su questa parte del paese. Uno spesso strato di permafrost pare ricoprire grandi riserve di carbone, gas, oro e diamanti. Qui nella gelida morsa dell’inverno senza fine si trova la piccola città mineraria chiamata Udachny che prende il nome dal vicino “cratere fortunato”, una voragine di oltre 600 metri, la più grande al mondo per l’estrazione di diamanti, e che dà lavoro e speranza alla popolazione locale. Tutto attorno è un paradiso ghiacciato di fitta taiga e immense zone di tundra: robusti pini, fiumi impetuosi e imponenti montagne. Poche persone scelgono di vivere qui, la fotografa belga Hanne Van Assche ha provato a dare loro un volto.
© Hanne Van Assche dalla serie ‘Lucky’
© Hanne Van Assche dalla serie ‘Lucky’
© Installazione della serie ‘Lucky’ di Hanne Van Assche
© Installazione della serie ‘Lucky’ di Hanne Van Assche
© Installazione della serie ‘Lucky’ di Hanne Van Assche
Le “terre basse” di Gabrielle Duplantier: una ballata incidentale su paesaggi contro i quali si gettano pugni di vento, e figure drammatiche scolpite dal tempo. Potente e delicato assieme il lavoro della francese nutre contrasti in piena naturalità. Luce e oscurità, gioventù e vecchiaia, grazia e brutalità, speranza e morte; il tutto affiora sulle note d’incertezza dell’esistenza. L’inatteso, il serendipico, la fotografia come sguardo sull’imprevedibile. Duplantier semina consapevole che quanto appartiene alla terra ci ritorna. Poiché essa è lo sfondo immutabile del destino. Sta a noi riconoscerla nell’altro, nella relazione, senza imporre alcunché in maniera ostile.
© Gabrielle Duplantier dalla serie ‘Voltar a Portugal’
© Installazione di Gabrielle Duplantier
© Gabrielle Duplantier dalla serie ‘Pays Basque’
© Gabrielle Duplantier dalla serie ‘Pays Basque’
© Installazione di Gabrielle Duplantier
© Installazione di Gabrielle Duplantier
Hanne Van Assche è una giovane fotografa documentarista belga (1995). Ha ottenuto una Laurea in Fotografia presso NARAFI e ha conseguito un Master in Fotografia alla Royal Academy of Fine Arts di Gent (KASK). I suoi progetti interrogano le urgenze dell’abitare contemporaneo, con uno sguardo attento ai risvolti antropologici e etnografici del vivere. Particolarmente interessata alle comunità che vivono o sono sorte in modo atipico. Le persone hanno occupano spesso una posizione centrale nel suo lavoro. Nel 2022, Stockmans Art Books ha pubblicato il suo primo libro “LUCKY / Udachny”. (Info)
Andrea Buzzichelli (1969) Inizia a fotografare negli anni 90 e lavora nell’ambito della moda e dell’advertising. Un autodidatta che definisce la sua miglior scuola la sperimentazione continua del mezzo e dei materiali. La sua, è spesso una ricerca individuale e non pretende di raccontare niente di diverso da quello che “osserva”. Interpreta la fotografia come un potente antidepressivo del quale non può fare a meno. Privilegia da sempre il mezzo analogico, e coltiva nei suoi lavori l’amore per la terra, la natura, gli animali. Dal 2010 fonda con altri amici fotografi il collettivo Synapsee. Urbanautica Institute ha editato nel 2017 la monografia “Inhabitants”, lavoro pubblicato anche su National Geographic. (Info)
Gabrielle Duplantier è una fotografa francese nata nel 1978. Dalle inquadrature spesso irregolari alle sperimentazioni in camera oscura, riporta immagini dove la potenza delle forme, memoria di un apprendistato di pittrice, si coniuga con la fragilità delle figure. Movimenti sospesi, paesaggi organici, momenti crepuscolari, ritratti di donne o bambini abitati, Gabrielle continua ad affermare, con ansia e ostinazione, il suo punto di vista di soggetto, meno attaccato al congelamento della realtà quanto alla rivendicazione del diritto di vederla. Ha pubblicato due libri con Lamaindonne, Volta (2014) e “Terres Basses” (2018). (Info)