“Sei un animale”: in mostra con David Chancellor, Giulia Degasperi e Aleksey Kondratyev

7 febbraio 2025, ore 21:00

Lab27 inaugura la programmazione 2025, venerdì 7 febbraio alle ore 21, con la mostra “Sei un animale” offrendo scorci di comprensione sul rapporto con le forme di vita eterotrofe e prossime all’essere umano. Per la prima volta riunite opere della vasta produzione del fotografo naturalista David Chancellor, tra i più attenti e impegnati osservatori della fauna africana. Assieme sono esposte opere di Giulia Degasperi tratte dal lungo documentario sulla vita pastorizia nelle Alpi trentine e una selezione di ritratti di pescatori Kazaki realizzata dal fotografo kirghiso Aleksey Kondratyev.

Le mire, oggi anche fotografiche, dell’uomo sulla natura sono una costante nella sua storia evolutiva. Le prime rappresentazioni e pitture rupestri figurano animali, e talvolta scene di caccia. L’etimologia della parola animale contiene anima, che sta ad indicare il soffio vitale, il respiro che ci lega organicamente al mondo, e rende viva l’esistenza. Animale è ciò che è animato, e dunque anche l’umano può esserlo, ma non in uno “zoo”, termine che in greco sta proprio a distinguere invece che accomunare. Ed è quest’ultima definizione e cesura intellettuale, che separa l’individuo da altre forme viventi, a servire lo sviluppo di una cultura antropocentrica che pone l’umano al vertice della vita organica tradotta a materia prima, carne in scatola o dirsivoglia. Ed è allora che l’animale diventa aggettivo, talvolta dispregiativo, per testimoniare questo primato. Supremazia tuttavia messa in croce da chi vede nelle frequenti patologie di quel “tratto respiratorio”, di quell’anima in pena, una deriva inquietante dell’umanità. Abolizione della caccia, istituzioni animaliste, veganesimo sono alcune possibili facce di un discontento crescente. Alla base la volontà di riconfigurare i rapporti con le altre forme viventi, non solo zoomorfe, ma anche di ripensare i confini dell’anima, e il “passaporto umano”.

 

David Chancellor hunters wildlife photography mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
Lab27, installazione “Sei un animale”, 2025

 

David Chancellor hunters wildlife photography mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
Lab27, installazione “Sei un animale”, 2025

 

Il lavoro di David Chancellor mette a fuoco i risvolti conflittuali della conservazione in Africa, il continente che ospita ancora una fauna variegata e spettacolare. Le fotografie sollevano una complessità di lettura che è pari alle forze in campo. Miseria e bracconaggio, trofei e caccia a pagamento, turismo e preservazione, pressione antropica, recinti e habitat naturali. La soluzione? Non c’è soluzione. La convivenza con le specie animali sta nella continua ricerca di un equilibrio, o meglio definirlo compromesso. E questa visione “trapezista” propria delle politiche di conservazione passa attraverso misure spesso opinabili. Il ritratto della dodicenne cacciatrice dell’Alabama, Josie, a cavallo nei panni di una Diana contemporanea mentre regge le corna della sua preda, è emblematica. La caccia a pagamento, un po’ come un servizio pay-per-view (riadattato ad un “paga e spara”), consente all’utente di “mirare” al necessario, e all’emittente di ricavare denari utili sia all’acquisto di necessarie attrezzature per le guardie forestali, che alla fornitura di proteine alle genti dei villaggi.

 

David Chancellor hunters wildlife photography mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
Lab27, installazione di David Chancellor, 2025

 

David Chancellor hunters wildlife photography mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
Lab27, installazione di David Chancellor, 2025

 

David Chancellor hunters wildlife photography mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
Lab27, installazione di David Chancellor, 2025

 

David Chancellor hunters wildlife photography mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
Lab27, installazione di David Chancellor, 2025

 

David Chancellor hunters wildlife photography mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
Lab27, installazione di David Chancellor, 2025

 

Una visione disincantata sulla fragile condizione peripatetica umana, in costante ricerca entropica, fuori da sé, di cibo da mangiare, e di riparo, è palesata dalla serie che Aleksey Kondratyev dedica alla pratica di pesca su ghiaccio in Kazakistan. Nelle piatte e gelide distese del fiume Ishim figure antropomorfe sfidano rigide temperature  sotto zero per ingannare qualche pesce. Una fame atavica, una sussistenza primitiva, e un bisogno di sopravvivenza. Eppure, il fiume attraversa oggi una capitale futurista, tirata su da niente grazie allo sfruttamento delle riserve petrolifere, all’accesso ai mercati internazionali e ad una disinvoltura edilizia post-sovietica. Ma tutto questo il fotografo non lo dichiara, ce lo lascia intendere dai teli in plastica di imballaggi provenienti da quel non-so-dove, con cui i temerari pescatori si proteggono a meno quaranta gradi. Il capitalismo globetrotter si interseca con istantanee di bozzoli umani congelati del paleolitico. Traditi solo dai loro strumenti, dalla loro sempre più stretta dipendenza dalle cose.

 

Aleksey Kondratyev Kazakistan fishers arte fotografia mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
Lab27, installazione di Aleksey Kondratyev, 2025

 

Aleksey Kondratyev Kazakistan fishers arte fotografia mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
Lab27, installazione di Aleksey Kondratyev, 2025

 

Aleksey Kondratyev Kazakistan fishers arte fotografia mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
Lab27, installazione di Aleksey Kondratyev, 2025

 

Aleksey Kondratyev Kazakistan fishers arte fotografia mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
© Aleksey Kondratyev, Ice Fishers

 

Aleksey Kondratyev Kazakistan fishers arte fotografia mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
© Aleksey Kondratyev, Ice Fishers

 

Aleksey Kondratyev Kazakistan fishers arte fotografia mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
© Aleksey Kondratyev, Ice Fishers

 

Giulia Degasperi compie un viaggio che non è solo un tributo alle proprie radici trentine, ma esplora quel dissidio interiore piuttosto comune che altalena tra ritmi della natura e della città. Dopo essersi trasferita a Berlino la fotografia decide di tornare tra le montagne per catturare le persone che vivono e lavorano in alta quota. Questa è l’idea dietro al suo documentario “These Dark Mountains”, e a molti interrogativi che si pongono in fuga dalla società contemporanea. Tra le vette alpine Giulia esplora i sogni e le speranze di chi alpeggia, seguendo i tradizionali spostamenti del bestiame e contribuendo ad una pratica antica che ha dato origine a uno tra i paesaggi più ricchi di specie e diversificati d’Europa. Nel corso di due anni, visita diverse stalle e fattorie per documentare la solitudine e il lavoro straordinario necessari per sostenere quella vita d’aria aperta, di sterco fumante, di cieli stellati, a contatto con le bestie e la natura, ed altri versi, in una reciprocità indispensabile quanto precaria.

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Giulia de Gasperi pastori Trento italia arte fotografia mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
Lab27, installazione di Giulia Degasperi, 2025

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Giulia de Gasperi pastori Trento italia arte fotografia mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
Lab27, installazione di Giulia Degasperi, 2025

 

Giulia de Gasperi pastori Trento italia arte fotografia mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
Lab27, installazione di Giulia Degasperi, 2025

 

Giulia de Gasperi pastori Trento italia arte fotografia mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
Lab27, installazione di Giulia Degasperi, 2025

 

Giulia de Gasperi pastori Trento italia arte fotografia mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
© Giulia Degasperi, These Dark Mountains

 

Giulia de Gasperi pastori Trento italia arte fotografia mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
© Giulia Degasperi, These Dark Mountains

 

Giulia de Gasperi pastori Trento italia arte fotografia mostre esposizione treviso books biblioteca lab27
© Giulia Degasperi, These Dark Mountains

 

Al di là di un buonismo ecologico, dell’estetica into the wild, di un romanticismo mitopoietico e di altre forme e costumi naturalisti, ciò che pensa l’essere umano, resta umano. La natura che è dentro e fuori di noi pensa e agisce a modo proprio talvolta a nostro vantaggio come nella digestione, altre volte rovesciandoci il cielo addosso. Siamo parte integrante di tutto ciò nel bene e nel male, stessi ingredienti mescolati diversamente. Osservare gli animali, o ciò che si evoluto in altro da noi, ascoltarne il respiro aiuta tuttavia a riconoscerne un’anima, una forza vitale comune che si esprime in una straordinaria e curiosa diversità e ricchezza di forme. Certo non sarà la sola nell’universo: per adesso si fatica a rintracciarla mentre “da noialtri” abbandona e si lascia ancora fotografare.


La mostra è aperta la Domenica dalle 16 alle 19 fino al 7 febbraio al 30 marzo. O su appuntamento. Ingresso libero. Per l’inaugurazione gradita conferma via email a lab27.it@gmail.com

 

Nell’ambito della esposizione Lab27 ospita i seguenti incontri:
Giancarlo Rado, Domenica 16 febbraio ore 16:30. Per informazioni leggi qui.
Giulia Degasperi, Domenica 30 marzo ore 16:30